La risonanza magnetica del rachide cervicale è l’esame diagnostico più indicato per lo studio delle sette vertebre ed in particolar modo dei dischi intervertebrali del tratto cervicale; spesso prescritto come approfondimento diagnostico dopo una radiografia cervicale od una tac cervicale.
La Risonanza Magnetica del rachide cervicale, attraverso l’utilizzo di un campo magnetico ed impulsi a radiofrequenza che vengono captati dalle bobine dedicate, riesce a produrre delle immagini molto dettagliate, differenziando notevolmente i diversi tessuti presenti (Muscoli, Legamenti, Ossa, Tessuti fibrocartilaginei e Tessuti neuronali).
La parte anatomica esaminata comprende le sette vertebre da C1 a C7 e le articolazioni con le ultime estremità superiori (C1 o atlante con la base del cranio) ed inferiori (C7 con D1 prima vertebra dorsale),
Perchè fare una risonanza magnetica cervicale?
La colonna cervicale è di fondamentale importanza per la maggior parte delle azioni vitali e quotidiane del nostro organismo quali:
- Mantenimento del peso della testa;
- Movimenti flessori, estensori e rotatori della testa;
- Mantenimento dell’equilibrio delle nostro corpo;
- Protezione del midollo spinale;
- Protezione di vie afferenti sensitive;
- Protezione delle vie efferenti motorie;
Pertanto, i motivi che giustificano l’esecuzione di un esame di risonanza magnetica cervicale possono essere molteplici poiché svariate sono le patologie che possono limitare o compromettere tale funzioni.
La maggior parte dei pazienti che accusano dolore del rachide cervicale spontaneo o post traumatico, sono correlati da tali sintomatologie:
- Nausea;
- Mal di testa;
- Vertigini e capogiri;
- Disturbi della vista;
- Intorpidimento delle braccia;
- Parestesie degli arti superiori.
Quale patologie si possono diagnosticare con una RM cervicale?
Attraverso una risonanza magnetica del rachide cervicale possono essere diagnosticate patologie a livello osseo, dei dischi intervertebrali, del midollo spinale e neoplasie di seguito indicate:
- Riduzione degli spazi vertebrali:
- Disidratazione discale
- Protrusioni discale
- Ernie discali
- Bulding
- Degenerazioni Ossee
- Riduzione del tenore calcico
- Osteofitosi
- Spondilosi
- Fratture spontanee vertebrali
- Patologie Midollari
- Sclerosi Multipla
- Screlosi a placche
- Siringomielia
- Stenosi Spinale
- Neoformazioni
- Mielopatia trasversa sensitivo-motoria
- Sindrome Schneider
- Sindrome del cavo centrale
- Sindrome midollare anteriore
- Sindrome del cono midollare
- Tumori del Rachide Cervicale
- Ependimoma Intramidollare
- Neurinoma
- Meningioma
Qualora non vi siano controindicazioni assolute, si preferisce eseguire la risonanza magnetica rispetto alla tac cervicale per i seguenti motivi:
- Nessun impiego di radiazioni Ionizzanti;
- Specificità tissutale;
- Maggiore affidabilità diagnostica;
- Valutazione temporale delle fratture (se pregresse o recenti);
- Unico esame diagnostico per lo studio di tutte le patologie neuro-midollari.
Come si esegue una Risonanza Magnetica del rachide cervicale?
La Risonanza Magnetica del rachide cervicale può essere eseguita attraverso un’apparecchiatura “chiusa” ad alto campo, costituita da un grande tubo cilindrico circondato da un magnete circolare, o da un apparecchiatura “aperta” a basso campo; quest’ultima tipologia è particolarmente indicata per i soggetti che soffrono di claustrofobia.
In relazione alla tipologia di apparecchiatura utilizzate, ai software in dotazione delle apparecchiature, al quesito clinico e alle dimensioni del paziente le immagini prodotte della zona esaminata potranno essere più o meno dettagliate.
Il paziente prima di entrare nella sala RM, viene invitato a togliere i vestiti (ad eccezione degli slip), ad indossare un camice monouso per l’esecuzione dell’esame e a rimuovere tutti gli oggetti metallici presenti. A questo punto il paziente viene posizionato, dal tecnico di radiologia, sul lettino dell’apparecchiatura di risonanza magnetica, in decubito supino. Al fine di una corretta esecuzione non è esclusa la possibilità di utilizzare dei cuscinetti per mantenere una posizione comoda e per garantire l’immobilità del paziente durante l’esame . Il tavolo verrà, dunque, inserito nel magnete dell’unità RM ed il tecnico il radiologia eseguirà l’esame da un computer situato in una stanza esterna.
La risonanza magnetica del rachide cervicale, di solito, non prevede l’utilizzo del mezzo di contrasto, tuttavia quest ultimo diventa fondamentale per la valutazione di alcune patologie del Midollo spinale, neoplastiche ed infiammatorie.
Nel caso in cui vi sia il sospetto di una patologia midollare diffusa come ad esempio la Sclerosi Multipla sarà necessario valutare l’intero midollo spinale; il medico specialista prescriverà una risonanza magnetica del rachide cervicale- dorsale-lombare non ché una Risonanza magnetica dell’ Encefalo sia senza che con mdc.
Quali sono le controindicazioni generali in RM?
Le controindicazioni generali in RM riguardano i pazienti portatori di dispositivi o frammenti di natura metallica, quali ad esempio:
- Pacemaker;
- Neurostimolatori;
- Microinfusori;
- Schegge metalliche;
- Apparecchi acustici;
- Protesi metalliche;
- Suture metalliche;
- Spirale intrauterina.
Qualora vi sia anche un solo dispositivo tra quelli citati che non permette l’esecuzione della Risonanza l’esame più indicato sarà una Tac della Colonna Cervicale.
L’esame è sconsigliato nelle donne in gravidanza, specialmente nei primi 3-4 mesi: occorre, infatti, che la paziente informi il medico circa lo stato di gravidanza, anche se presunto, così da ponderare i rischi con i benefici che ci si attende dall’esame.
La presenza di tatuaggi (in particolare colorati con materiale ferromagnetico) possono creare artefatti e dubbi interpretativi se localizzati vicino l’area di studio durante un esame RM. Inoltre è possibile avvertire una forte sensazione di calore durante l’esecuzione dell’esame causata dai pigmenti ferromagnetici presenti nel tatuaggio.
Quali sono le controindicazioni se viene somministrato il mezzo di contrasto?
Se viene eseguita una Risonanza magnetica del rachide cervicale con mezzo di contrasto, l’allergia rappresenta sicuramente una controindicazione, sebbene sia una sostanza che presenta meno rischi di reazioni allergiche, rispetto ai mezzi di contrasto iodati, tuttavia attraverso una predicazione antistaminica è possibile eseguire l’esame.
Una grave insufficienza renale e/o epatica rappresentano una controindicazione assoluta all’utilizzo del mezzo di contrasto per evitare l’insorgere di una patologia rara come la fibrosi sistematica nefrogenica.
Come ci si prepara ad un esame con mezzo di contrasto in risonanza magnetica?
Per tutti gli esami dove viene impiegato il gadolinio è richiesto al paziente un digiuno di almeno 6 ore prima dell’inizio dell’esame.
È necessario effettuare, entro i 20 giorni precedenti l’esecuzione della risonanza, alcuni esami di laboratorio come la creatinina ed azotemia.
Per le donne in fase di allattamento è richiesta un’attenzione particolare: l’assunzione di MDC, infatti, obbliga a raccogliere e conservare il latte prima dell’assunzione del suddetto, così da somministrarlo al bambino nelle 24 ore successive all’esecuzione dell’esame, per evitare che la sostanza assunta venga in qualche modo trasmessa e ingerita dal bambino attraverso il latte materno.
Occorre comunicare al personale medico qualunque reazione allergica subita in passato, in modo da praticare, eventualmente, la preparazione antiallergica;