Che tipo di esame è?
L’ecografia al ginocchio è una modalità di imaging che fornisce un quadro clinico utile in relazione a varie patologie che colpiscono il ginocchio ed, in particolare, i tendini, i legamenti, i muscoli, la cartilagine articolare, lo spazio sinoviale e i tessuti molli.
Come viene eseguito l’esame?
Per eseguire una ecografia al ginocchio il paziente verrà disposto su un lettino in posizione supina con entrambe le ginocchia ben esposte. Si tratta di una metodica diagnostica non invasiva che utilizza gli ultrasuoni – onde sonore ad alta frequenza – per studiare tutte le strutture dell’articolazione. In genere vengono impiegati trasduttori lineari ad alta frequenza (7,5-12 MHz). Gli ultrasuoni emessi colpiscono i tessuti e vengono riflessi diversamente in relazione alla composizione del tessuto stesso. Attraverso l’esame ecografico si identificano bene: i fasci muscolari e la struttura fibrillare dei tendini, che si presentano come dei “nastri” biancastri; le eventuali lesioni di queste fibre che, invece, appaiono di colore più scuro; le raccolte liquide, siano esse cisti o ematiche, che appaiono di colore nero.
Tuttavia, tale esame non consente di analizzare strutture ossee meglio evidenziate con una radiografia al ginocchio o con una tac ginocchio in base alle indicazioni cliniche o, all’interno dell’articolazione, zone come menischi e crociati perfettamente valutabili attraverso una risonanza magnetica ginocchio.
Quanto dura l’esame?
L’ecografia al ginocchio ha, in media, una durata di 15 minuti circa. La tempistica può variare, senza comunque superare tale durata, a seconda della patologia da esaminare.
Perché viene fatto l’esame?
Attraverso l’ecografia al ginocchio, come si è detto, è possibile analizzare le più comuni affezioni di questa articolazione che colpiscono legamenti, tendini, muscoli, cartilagine e spazio sinoviale.
Per ciò che riguarda le patologie a carico del tendine, è bene considerare che lo stesso può essere interessato da processi infiammatori acuti o cronico-degenerativi; le tendinopatie rotulee distali o del quadricipite sono più rare e, di norma, sono cagionate da traumi.
La lesione dei legamenti, invece, nel caso di rottura completa, può apparire come un’interruzione totale o come sostituzione del legamento da parte di un tessuto di granulazione ipoecogeno – determinando, dunque, una discontinuità del legamento stesso; nel caso di rottura parziale, si noterà solo una focale ipoecogenicità – e, quindi, come ispessimento ipoecogeno. Inoltre, mentre nelle lesioni acute il legamento si mostrerà allungato, quelle croniche vengono associate a legamenti tumefatti ed ipoecogeni. Tra l’altro è bene ricordare che i legamenti collaterali sono più semplici da individuare con l’ecografia al ginocchio rispetto a quelli crociati, dal momenti che i primi sono in posizione più superficiale rispetto ai secondi. In presenza di alterazioni intrarticolari quali: lesione del legamento crociato anteriore (LCA), del corno posteriore del menisco mediale ed edema contusivo della spongiosa ossee è necessario completare l’indagine con una tac ginocchio o ancor meglio con una risonanza magnetica ginocchio.
Le lesioni muscolari sono facilmente osservabili tramite tale esame. Sia nel caso di strappo che in quello di ematoma, l’ecografia al ginocchio mostrerà una raccolta fluida dall’aspetto più o meno complesso.
Questa tecnica diagnostica permette, inoltre, di evidenziare segni indiretti di meniscopatia – per quelle di altro tipo è meglio ricorrere ad esami come la risonanza magnetica. In caso di rottura del menisco, esso apparirà come una fenditura ipoecogena all’interno dello stesso; in caso di degenerazione, invece, il menisco si noterà rigonfio e con ridotta ecogenicità. Nel caso di cisti parameniscali, le stesse si mostreranno come lesioni ovalari ipoecogene.
Occorre, inoltre, ricordare che l’ecografia al ginocchio permette di analizzare anche lesioni sinoviali quali: raccolte sinoviali, anche di pochi millimetri; borsiti sovra o sottorotulee ovvero borsiti da attrito che, all’esame ecografico, si presentano come uno slargamento fusiforme con sinovia irregolarmente ispessita; borsiti croniche che, invece, mostrano un ispessimento focale ed ipoecogeno dei tessuti molli senza raccolta fluida.
Per ciò che riguarda la cartilagine articolare, l’identificazione dell’estensione del danno tramite l’ecografia al ginocchio in pazienti con osteoartriti permette non solo di effettuare una diagnosi veloce, ma anche di monitorare la stessa. La lesione si presenta come assottigliamento, o addirittura la scomparsa, della cartilagine articolare.
Infine, l’ecografia al ginocchio consente, nondimeno, di evidenziare lesioni cistiche o masse solide; tuttavia, dall’esame ecografico non è possibile distinguere se si tratti, o meno, di lesioni maligne.
Ci sono controindicazioni?
L’ecografia al ginocchio è una tecnica diagnostica non dannosa dal momento che non impiega raggi X– radiazioni ionizzanti– non è invasiva e non è dolorosa. Ciò consente non solo di ripetere l’esame nel tempo, ma anche di monitorare l’evoluzione di una patologia. Inoltre, l’ecografia al ginocchio consente di ottenere immagini in movimento – ovvero dinamiche – osservando, ad esempio, i tendini durante la contrazione.
Come ci si prepara all’esame?
L’ecografia al ginocchio non richiede alcuna particolare preparazione. Il paziente dovrà semplicemente portare con sé eventuali esami fatti in precedenza necessari per la valutazione della zona da sottoporre ad ecografia. Inoltre, sarà utile indicare chiaramente al medico ecografista la diagnosi sospettata o, comunque, il sintomo individuato dallo stesso paziente o dal medico curante che richiede l’effettuazione dell’ecografia: la conoscenza di questi elementi permetterà al medico ecografista di formulare un quadro clinico più preciso.
E dopo l’esame?
Una volta terminato l’esame non è necessaria alcuna attesa, ad eccezione del tempo necessario per la stesura e consegna del referto correlato di immagini. Il paziente può tranquillamente riprendere le normali attività quotidiane.